lunedì 22 aprile 2013

ma la vita è un disegno che non puoi cancellare.

 

 

AUTORITRATTO PER TE



Non si tratta

sai

di dove si posizionano

naso e occhi

il taglio della bocca

l’esatto modo di camminare

non si tratta di volume

i capelli

la forma del viso, non

è questo il punto



Sono più, come dire,

un giocattolo

un po’ rotto

ma non troppo

molto coloratro

decisamente infantile

ma raffinato

quasi pornografico, a dirla tutta,

irriverente ma serio, romantico

borghese perbene consumista a modo

mica facile giocare

non sono un gioco per bambini



Sono più, come dire,

quella donna bassa che

si crede alta,

come dire vento e roccia

sempre calma sempre agitata

sempre sempre attraversata

mai ferma

o ferma decisamente immobile

tintinnante

cupa

abitudinaria

ma sgargiante, affamata di sorprese

abituata all’accumulo,

avvezza a non gettare via

nulla, nemmeno le tarme

ma con la tendenza latente

a buttare via tutto

d’improvviso

fermami

tienimi qui

guardami

colorami

stringimi

non perdermi di vista

ho a che fare con

tutto ciò che inizia per “ego”:

egocentrica

egoista,

se la parola eccentrica

contenesse l’ego,

anche eccentrica

fermami

specchiami

ragionami

accendimi

danzami e lasciami danzare

addormentami

scomponimi

ricomponimi

spingimi fuori dalla porta

quando mi chiudo qui

ricordami che non si può sempre cambiare



Non è questione

della forma dei miei

seni

non è questione del

colore degli occhi

   che comunque sono verdi

   non te lo scordare, ci tengo

   che poi, guarda, guarda come cambiano

   grigi o verdi,

   dipende dal tempo

non è questione di larghezza delle spalle

la curvatura della spina dorsale

non è questione di muscoli

non è questo il punto.



Sono più, come dire,

anche guepiere e giarrettiere

tacchi

scarpe rosse o viola

pin up anni Cinquanta

pizzi

un po’ per gioco e un po’ sul serio

mostrarti una pelliccia violetta

trovata in un mucchio sulla via

adorami

sono la regina degli stracci

spogliami

incoronami

ma ricordami

che son ricca per gioco

giocami

ridimi

afferrami

trattienimi non farmi andare via

incontrami

proteggimi

dicendomi

ascoltami

parlandomi

sceglimi

raccontami

dimmi chi sei tu


(a. racca)

martedì 2 aprile 2013

per il più delle volte che mi chiedi, "a che pensi?". per il meno delle volte, invece, è un pensiero che offende.

chi cerca, con infinito amore, di disserrare l'altro occhio, che il cuore, scellerato, continua a tenere murato.

ma io non voglio che mi si voglia così tanto bene.