martedì 15 aprile 2014

castigata consapevolezza


ti direi il pollice
e le sue stesse pellicine da ripulirti coi denti.
o le unghie, così ben pittate
da donna elegante e graziosa quale tu sei.
ti direi la dieta
che non riesco più a fare da quando non mi guardi più.
e allora, per esempio, ti direi gli occhi,
quelli di mina,
che esploravo nel centro più scuro
e al netto dello specchio magico delle lenti,
li sentivo pungolarmi nella pancia.
ti direi il piede, quello sinistro,
così piccolo ma compiuto a calzare la scarpetta di cristallo.
o, perché no, quella bocca
da affondarci i denti, strapparti la lingua
e una risata fresca d'estate, grumo di sole e di sale.
ti direi quel talamo di fiore,
asse del tuo epicentro,
sugoso primo taglio di noce e profumato di principio e di femmina,
dove ci ho pianto e riso
e sono morto più volte di tutto il lancinante desiderio gravitazionale.
sicché ti direi le asmatiche confidenze
sussurrate nella coclea, parole alate come farfalle
e bramosamente ripetute in rituali da sindrome di kanner,
per paura che svicolassero dal tuo orecchio minuscolo e armonico,
perdendole per sempre.
ma più di tutto
- io ti direi -
quella manciata di progetti che ancora oggi mi tengono sveglio,
e che, ingabbiati nell'assedio violento del silenzio,
non ho più modo di raccontarti.

lunedì 14 aprile 2014

gyertyák csonkig égnek

ora che aveva superato la sorpresa si sentiva improvvisamente stanco. si trascorre una vita intera preparandosi a qualcosa. prima ci si sente offesi e si vuole vendetta.
poi si attende. da molto tempo, ormai, attendeva.
non sapeva più a che punto il risentimento e la sete di vendetta si fossero trasformati in attesa. nel corso del tempo tutto si conserva, però si scolorisce come quelle fotografie di un passato ormai lontano che venivano fissate su una lastra di metallo. la luce e il tempo sfumano i tratti più nitidi e spiccati, che a poco a poco scompaiono dalla lastra...
così sbiadiscono nel corso degli anni tutti i ricordi umani.

sándor márai, le braci

lunedì 7 aprile 2014

#aggiungiallaplaylist ah! caetano

prima di "livro" (1997 - polygram) caetano ci aveva regalato due chicche di album, "fina estampa" e "fina estampa ao vivo", nei quali riproponeva le canzoni che lo avevano accompagnato nella sua infanzia e adolescenza.
ritorna in studio dopo tre anni e si dedica a nuove composizioni, firmandone la stragrande maggioranza.
alla realizzazione del disco partecipano due superstar della musica brasiliana come maria bethânia e carlinhos brown; ma è anche l'album che vede il battesimo artistico di suo figlio moreno, che scrive un pezzo addirittura.
sarà proprio l’effetto della contrapposizione tra "fina estampa"(album più nostalgico, silenzioso e intimo) e "livro", fatto sta che quest'ultimo si propone come un progetto, già dalle intenzioni, più aperto al mondo, positivo e contraddistinto da incisioni maggiormente percussive.
ci hanno provato tutti, ma solo i musicisti brasiliani hanno questo tiro nel ritmo: turbinio di colori, vitalità, tecnica. restano unici e inimitabili.
e proprio in questa direzione, come nella voglia di cercarmi vivo in un sorriso, ascolto questa da un po' di giorni.